giovedì 29 gennaio 2009

Strekker contro Chuck Norris

'A strekker! Sappi na cosa: pè noi sei mejo de Chuck Norris! E pè fattelo sapè t'avemo fatto pure n'artro blogghe... Visto che er Chuck già c'ha li suoi fan che scriveno tutte 'e frescate che combina er beniamino loro, potevamo noi esse da meno?

No! E allora... Ecco 'a sorpresa pè te, Commannante!

welovestraker.blogspot.com

'A Rosà! Rosariuccio, bello de zzio... E cò questo sei diventato una celebrità! Nun sei contento? Eh?

Un bel regalino da parte de li regazzi de l'isola de Man...

domenica 25 gennaio 2009

Er ritorno der peyote

'A peyò, bentornato!


venerdì 23 gennaio 2009

Il mentereologo col papillon

'A Rigà! Questa nun ve la potete perde! Er Vibbrione ha fatto 'n resoconto de 'na sua domanda a Mercalli in cui fa 'na figura demmerda colossale... Er bello è che Vibbrione scrive che 'a ggente ride pè Mercalli... e invece ride pè quanto è cojone lui, er vibbrottino de strekker!

E nun solo... C'ha messo pure er video, 'ndo se vede proprio che tutto er pubblico ride pè 'e sue cazzate... e a 'ncerto punto er pubblico, giustamente, se rrompe pure er cazzo!

Ma nun ve dico più nniente... leggete e guardate voi stessi!

Originale: http://vibravito.altervista.org/2009/01/il-mentereologo-col-papillon/

La persona di cui mi appresto a parlare sarà già stata individuata da molti lettori semplicemente leggendo il titolo. Stiamo parlando del noto meteorologo e climatologo Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana che pubblica la rivista Nimbus, rivista fondata dallo stesso Mercalli nel 1993. La notorietà di questo personaggio non è principalmente riconducibile ai titoli precedentemente elencati, bensì alle abituali apparizioni televisive durante la trasmissione “Che Tempo Che Fa” condotta da Fabio Fazio.

Presumendo che un meteorologo debba aver notato necessariamente quello che sta accadendo da qualche anno sopra le nostre teste, già in un paio d’occasioni alcuni comuni cittadini hanno provato a conoscere l’opinione del noto personaggio televisivo in materia di scie chimiche. Il primo episodio si riferisce ad una conferenza tenutasi a Cuneo il 16 marzo 2007. Il video relativo mostra chiaramente la sua refrattarietà all’argomento. Addirittura, nella seconda occasione, relativa ad una conferenza tenutasi ad Urbino due mesi più tardi, il Mercalli mostra una stizza ancora maggiore adducendola a fantomatiche minaccie di morte che avrebbe ricevuto da presunti sostenitori dell’esistenza delle scie chimiche. Di queste minacce non si conosce affatto la natura, ossia se effettuate telefonicamente o via email o con pizzinni, e soprattutto nessuno è a conoscenza dell’eventuale denuncia a riguardo. In seguito a questi vani interventi da parte di persone sconosciute per stimolare il mentereologo con il papillon, il 27 aprile 2008, quando meno te lo aspetti, anche un personaggio famoso, il cantante Piero Pelù, fa una memorabile uscita a sorpresa al termine di un’intervista di Fabio Fazio:
PIERO PELU’: “Prima di finire mi devi promettere una cosa.”
FABIO FAZIO: “Dimmi.”
PIERO PELU’: “Che prima o poi parlerete delle scie chimiche.”
FABIO FAZIO: “Parleremo delle scie chimiche? Poi mi spieghi…”
PIERO PELU’: Domandalo a Mercalli.”
FABIO FAZIO: “… adesso durante la pubblicità mi spieghi a quale ti riferisci … eh eh … perchè eh eh … e noi ci rivediamo tra due minuti …”
Fino adesso l’invito del noto rocker fiorentino non è mai stato accolto da Mercalli, che invece all’epoca, infastidito parecchio dall’episodio, si adoperò immediatamente in una sgradevolissima azione censoria, provocando la cancellazione dell’intero canale YouTube associato al blog TankeEnemy con quasi 200 video scomodi.

In base a queste premesse, quando vengo a sapere di una conferenza con lui protagonista non molto distante da casa mia, non ci faccio molto affidamento. Poco dopo però, cambio idea. Mi viene in mente il recente libro scritto da Mercalli pubblicato a fine 2008 e intitolato Filosofia delle nuvole. Ricordo anche lo scontento di un mio amico che aveva ricevuto in regalo una copia del libro. Quando poi sul blog TankerEnemy leggo un commento relativo a un curioso paragrafo estrapolato dalla prefazione del testo, incomincio a pensare che si sarebbe riusciti a rendere utile, anche se in minima parte, questo regalo sgradito. Infatti tale paragrafo scritto da Fabio Fazio recita:
“Le nubi, in tutte le loro straordinarie forme, non fanno paura a chi le conosce: quelle più pericolose purtroppo non nascono dal cielo.”
Già! Conosciamo benissimo l’origine di queste nubi tossiche e pericolose.
Avendo quindi a disposizione una copia di Filosofia delle nuvole, avrei potuto aggraziarmi inizialmente l’attenzione del Mercalli e poi approfittarne per domandare se Fabio Fazio facesse riferimento alle scie chimiche in quella frase.

Sede e luogo della conferenza erano stati pubblicati sempre sul blog TankerEnemy, c’era quindi da aspettarsi la presenza nascosta ed infida dei soliti disinformatori. Il contesto era quello di un piccolo comune in provincia di Brescia con poco meno di 3500 abitanti: San Zeno Naviglio. Pur arrivando con un quarto d’ora di ritardo causa nebbia fittissima, riesco a trovare un posto libero in seconda fila poco prima che iniziassero ad argomentare. Per introdurre Mercalli, si adopera l’assessore all’ambiente, visibilmente contento e soddisfatto per essere riuscito a coinvolgere il personaggio famoso. I circa 200 posti in sala erano quasi tutti completamente occupati e diversi erano i giovanissimi delle scuole medie inferiori ed elementari. Vi era quindi un certo fermento nella piccola comunità del paesello di provincia nel poter ammirare da vicino il meteorologo della televisione con il simpatico papillon.

Al momento opportuno riesco ad incalzare Mercalli per circa quattro minuti. Durante il mio intervento nessuno degli organizzatori si è degnato di portarmi un microfono e la mia voce non risulta perfettamente comprensibile. E queste non sono insinuazioni poichè si sente chiaramente nella parte finale del filmato l’intervento ben udibile con microfono di una persona del pubblico che si sovrappone alla mia voce. Per questo motivo riporto il dialogo intercorso e tra parentesi quadre alcuni commenti personali alle affermazioni di Mercalli, prima però godetevi la sua performance nel seguente video:

VIBRAVITO: “Mi ha colpito molto la prefazione di Fabio Fazio relativa al suo recente libro. Lui scrive: ‘Le nubi, in tutte le loro straordinarie forme, non fanno paura a chi le conosce: quelle più pericolose purtroppo non nascono dal cielo’. Ma a cosa si riferisce? Non saranno le scie chimiche rilasciate dagli aerei della Nato, aerei militari Nato? Quelle striscie che vediamo nel cielo persistere per ore, che formano delle X, formano delle griglie e che non scompaiono?
MERCALLI: “No, sono nubi metaforiche quelle a cui si riferisce Fazio. Sono le nubi di cui abbiamo parlato stasera [A dire il vero si era parlato di clima, non di nuvole], sono le nubi dell’umanità [Infatti le scie chimiche sono prodotte dall'uomo] e su queste cose io … non ne so nulla”
VIBRAVITO: “Delle scie chimiche non sa nulla?”
MERCALLI: “No”
VIBRAVITO: “Nove interrogazioni parlamentari in Italia, tre segnalazioni in Europa, due comuni, due intere giunte comunali che hanno segnalato il problema ai loro cittadini”
MERCALLI: “Si, ho letto anch’io queste cose ma non so dirle niente”
VIBRAVITO: “Lei, di professione meteorologo, che osserva il cielo, non si è accorto di nulla?”
MERCALLI: “Niente, nel nostro settore non se ne parla … proprio è un problema che non esiste” [Infatti, nel settore della meteorologia, ormai sotto il controllo dell'aereonautica militare non se ne deve parlare]
VIBRAVITO: “Non esiste? E come mai adesso si vedono queste striscie nel cielo, queste X, e fino a pochi anni fa non si vedevano?”
MERCALLI: “Beh no, si sono sempre viste. Tant’è che già durante la seconda guerra mondiale il problema principale dell’aviazione era già degli aerei che non le lasciassero poichè permettevano alla contraerea di spararci contro. Quindi le scie sono un prodotto della combustione del kerosone e ahimè si formano spesso” [Qui parla delle normali scie di condensa]
VIBRAVITO: “Semplice condensa degli aerei?”
MERCALLI: “E c’è la condensa degli aerei poi qualcuno dice…”
VIBRAVITO: “La condensa degli aerei che copre il cielo, che oscura il cielo, secondo lei?”
MERCALLI: “E … può oscurare il cielo … mhhh”
VIBRAVITO: “Ci sono migliaia di filmati su internet, anzi invito tutto il pubblico di ricercare scie chimiche su internet, fare delle ricerche, troverete tanto materiale”
MERCALLI: “Purtroppo non c’è nessuna…”
VIBRAVITO: “Migliaia di filmati su internet, tanta gente che nota il problema e i meteorologi non sanno nulla, non si accorgono di nulla?”
MERCALLI: “Io non so cosa dirle … no so cosa dirle. Di complotti militari, se ci sono, non vengono a informare me” [Ma come? I suoi colleghi militari, colonnello Giuliacci, colonnello Guido Guidi, non la informano sui fatti? Mercalli vorrà farci credere che non gode di considerazione?]
VIBRAVITO: “Non è questione di complotti militari, è questione che quella non è condensa degli aerei”
MERCALLI: “Come fa a saperlo?”
VIBRAVITO: “Se osserva il cielo lo vede”
MERCALLI: “Lei ha una prova? Lei ha una prova? C’è un’unica prova se volesse averla, sa qual’è? Lei si deve affittare un aereo, andare esattamente dietro un aereo che produce le scie…”
VIBRAVITO: “Ah certo, lo può fare chiunque!!!”
MERCALLI: “…con uno spettrofotometro di massa va …” [Già, ognuno di noi può disporre di uno spettrofotometro di massa]
VIBRAVITO: “Sono state fatte varie segnalazioni alle A.R.P.A. [Agenzie Regionali Protezione Ambientale], se è per questo”
MERCALLI: “Ma non se la prenda con me, io non le posso niente … non se la prenda con me, io non le posso niente” [Qui si atteggia da povero perseguitato suscitando l'ilarità di una parte del pubblico, al limite ci sarebbe da ridere soltanto sul suo italiano]
VIBRAVITO: “Comunque lei per mestiere dovrebbe osservarlo il cielo?”
MERCALLI: “Ma io lo osservo come lo osserva lei. E poi?”
VIBRAVITO: “Per lei è tutto normale?”
MERCALLI: “Per me è tutto normale. Io ho molti più problemi, come vede da altre cose che sono molto più vicine a noi e lassù io non ne so niente. Non sono un’esperto di nubi, di scie” [Non è esperto di nubi però ha scritto un libro intero sulle nuvole]
VIBRAVITO: “No no … volevo giusto sapere se per lei, il presidente della Società Meteorologica Italiana … allora per lei il problema non esiste nonostante nove interrogazioni parlamentari”

[Qui interviene un mio amico che aveva trovato posto in prima fila un po' distante da me. Avendo effettuato lui le riprese la sua voce risulta ben udibile]
MIO AMICO: “Siccome ho letto anch’io qualcosa sull’argomento … adesso non voglio entrare nel merito, però la invito, siccome lei sicuramente ha anche modo di avere più risposte rispetto magari a me, di informarsi su questo argomento perchè effettivamente non è da sottovalutare”
MERCALLI: “Mi sono già informato tutto quello che ho potuto [Soltanto due minuti prima aveva affermato di non saperne nulla], non mi riguarda, non sono in grado di dare nessuna risposta scientificamente coerente, capisce? Scientificamente coerente. Punto. Le scie degli aerei sono a 8000 metri e io sono a livello del suolo. Non ho un aereo personale come può vedere e quindi non ho alcuna informazione. Non ne ho neanche dai miei colleghi che si occupano di queste cose [Qui involontariamente ammette che ci sono suoi colleghi militari che 'si occupano di queste cose']
MIO AMICO: “No d’accordo…”
MERCALLI: “Se qualcun altro le chiede a me, non so che cosa dirle”
VIBRAVITO: “E secondo lei a 3000 metri è possibile che si formino queste scie?” [Visto che Mercalli non si occupa di quello che succede nel cielo a 8000 metri, ero curioso di verificare se si occupa di quanto avviene almeno a 3000 metri]
MERCALLI: “Io so già che si formano tante merde molto peggiori di quelle immaginarie qui, a livello del suolo” [Alla mia domanda sui 3000 metri non risponde, inoltre a sentire la parola 'merde' scatta l'applauso di qualcuno che incita anche il resto del pubblico. I molti bambini presenti in sala hanno appreso che quando sentono certe parole devono applaudire]
MERCALLI: “Ci sono le macchine che scendono qui vicino: i SUV. Un bel SUV fa molto peggio. Se la gente cominciasse già a occuparsi di quello che è ben visibile e palese avrebbe già risolto molti più problemi del mondo di quelli che…”
VIBRAVITO: “Quello che invece non si può verificare da vicino, purtroppo…”
MERCALLI: “Io non posso occuparmi di tutti i mali del mondo, ho scelto di occuparmi come vede di una bella fetta. Io ho scelto di occuparmi di questo. Lei si occupi di quell’altro” [Se c'è un 'quell'altro' evidentemente esiste questo problema delle scie chimiche]
VIBRAVITO: “Si. Però è anche il suo settore”
[Qui interviene una persona del pubblico con il microfono che copre la mia voce, apparentemente per fare una domanda, ma in realtà per interrompermi. Che bravi gli amici di Mercalli! Mi hanno fatto sgolare senza microfono per 4 minuti]
PERSONA DEL PUBBLICO: “Scusi, volevo fare una domanda. Ci sono delle società o delle associazioni che propongono qualcosa di concreto per il cittadino? Perciò, qualcosa … cioè i pannelli solari?” [Tipica domanda evasiva]
MERCALLI: Bla bla bla…

Certo che Mercalli questa volta se l’è cercata! Considerando la sua totale refrattarietà alla problematica delle scie chimiche, di cui si è avuto conferma anche questa volta, poteva evitare di tirare in ballo le nuvole nel titolo del suo ultimo libro. E poi la prefazione di Fabio Fazio era tutta un programma. Ma, a parte questo, i temi sfiorati da Mercalli durante la conferenza meritano un ulteriore approfondimento, soprattutto per comprendere la sua coscienza ecologica di facciata. Mi sta venendo voglia di scrivergli una lettera, può anche darsi che la legga. Nonostante abbia inizialmente affermato che di scie chimiche non sa nulla, legge anche lui, come tutti i suoi colleghi militari, il blog di TankerEnemy. Lo conferma la censura operata a suo tempo sulla vicenda di Piero Pelù.

Un saluto e incoraggiamento.
VibraVito.

lunedì 19 gennaio 2009

domenica 18 gennaio 2009

La debunkite cronica

Versione originale: http://vibravito.altervista.org/2009/01/la-debunkite-cronica/

Dopo aver constatato le recenti crisi di nervi dei debunkers, avevo pensato avessero raggiunto il limite massimo di indecenza. Ma mi sbagliavo: quando si parla di indecenza riferita ai disinformatori, non esistono limiti. La conferma l’ho avuta leggendo i loro tentativi di invalidare le inconfutabili prove che ho fornito insieme ai fratelli Marcianò di TankerEnemy sul libro contraffatto. Pur di replicare ai nostri articoli non si fanno il minimo scrupolo di risultare approssimativi, incoerenti, diffamanti, denigratori. Di sostanza dei contenuti e argomentazioni serie (serie … non seriose) assolutamente nulla. Per loro l’importante è scrivere qualcosa, sembrano come quei bambini dispettosi che devono assolutamente rispondere e avere l’ultima parola. E’ incredibile come questi personaggi non temano minimamente di risultare insulsi, stupidi e volgari. E’ evidente che queste persone sono affette da una strana forma di pazzia e/o paranoia: la debunkite cronica. Tale patologia inficia la mente di coloro che ne sono affetti con simili pensieri: “Non importa cosa e come lo scrivo, l’importante è scrivere e commentare … scrivere e commentare … scrivere e commentare. Tutto il resto non conta, non mi proccupo affatto se rischio di risultare ripetitivo, ottuso, incoerente e falso. L’importante è debunkare. Io devo debunkare, costi quel che costi”. Per comprendere meglio questa particolare forma di psicosi riporterò tre casi clinici:

1) strakerenemy.blogspot.com

Questa mia vecchia conoscenza, il signor copia-e-incolla, nei pochi articoli che scrive di suo pugno, mostra solo pressapochismo e provocazione. Ma questa volta ha superato se stesso, tant’è vero che, anche il debunker parolaio axlman gli ha fatto notare l’inutilità del suo articolo: “Scusa, ma guarda che… almeno questo lo hanno detto chiaramente: il libro è lo stesso…”. Se avesse letto attentamente avrebbe evitato di scrivere un intero post interrogandosi inutilmente sul numero di copie del libro a nostra disposizione. Per tenere a freno la sua malattia, Mister cut-and-paste potrebbe limitarsi a scrivere soltanto posts copiati dagli altri, ma a quanto pare non è sufficiente: la patologia è ormai in uno stato avanzato. In questo caso abbiamo assistito ad un tipico effetto della debunkite cronica: la smemoratezza acuta.

2) orsovolante.blogspot.com

OrsoVolante (nikname YouTube Planando64), rispetto al provocatore elvetico, sembra puntare maggiormente sui contenuti, ma solo all’apparenza. Nel caso delle mie indagini sul libro contraffatto, non potendo confutare nulla a riguardo della palese manipolazione, ha dedicato un intero post a quello che secondo lui è un mio errore gravissimo di traduzione: avrei tradotto libreries con librerie, anzichè biblioteche. Ha addirittira riportato tutta, anzi … quasi tutta, la sezione del mio articolo a riguardo. Infatti il demente, perchè si tratta di un demente e su questo non ci sono dubbi, ha omesso di riportare il paragrafo antecedente la sezione da lui riportata nel quale io scrivevo: “Nelle schede di ricerca di questo sito, in fondo alle pagine si trova un elenco, contrassegnato dalla dicitura ‘Libraries this book has an entry in’, nel quale si trovano tutte le segnalazioni delle librerie, in particolare biblioteche universitarie, che hanno introdotto nel proprio archivio una copia del testo relativo alla scheda”.
Io ho chiaramente accennato sia a librerie che a biblioteche universitarie. Lui invece cosa scrive: “D’altra parte, ti saresti anche dovuto accorgere che tutte le tue presunte librerie, facevano capo a delle università”. Questa sua demenza è un effetto della debunkite cronica. Appena ha pensato di aver trovato uno spunto per screditarmi si è gettato a capofitto nella stesura di un nuovo post senza neanche controllare e rileggere con scrupolosità il mio articolo. E’ veramente messo male.

Ma non finisce qui, poichè a riguardo della dicitura Libraries this book has an entry in, lui ha fornito una sua interpretazione. Nel mio articolo avevo parlato di segnalazione al sito isbndb in merito all’acquisizione del titolo nell’archivio della libreria e/o biblioteca. Lui invece presume si tratti di data di ultima lettura, ossia qualcuno che aveva preso in prestito quel titolo da quella libreria. Queste è una sua intrepretazione sbagliata. Che senso ha per una biblioteca segnalare al sito isbndb tutte le volte che viene richiesto in prestito un determinato libro? Queste attività dovrebbero rimanere all’interno dell’ambito universitario. Invece, appare molto più logico che il sito isbndb tenga traccia delle segnalazioni relative al momento della registrazione in archivio di un titolo, magari di un volume già presente ma registrato in una data successiva, visto che il progetto del sito è partito nel 2002.
Ma, anche ammetendo valide le fantasiose supposizioni del disinformatore, queste non inficiano minimamente la stranezza segnalata in merito a Clouds of the World. Come mai le presunte versioni del 1972 sono disponibili nelle biblioteche universitarie per la lettura (come sostiene OrsoVolante) mentre della versione del 1984, che dovrebbe essere più facilmente reperibile poichè più recente, non esiste neanche una segnalazione? La risposta è sempre la stessa: tutte le copie disponibili relative alle versioni del 1972 non sono altro che versioni contraffatte dell’originale del 1984. E questo si verifica non soltanto nelle biblioteche universitarie, ma anche a riguardo delle librerie come dimostra la scheda su Amazon.
In questa occasione abbiamo assistito ad un altro effetto della debunkite cronica: la decontestualizzazione forzata, ossia fare di tutto per deviare il senso e la logica principale del discorso su altre questioni di scarsa importanza.

3) nico-murdock.blogspot.com

In questo caso i devastanti effetti della patologia sono piuttosto evidenti. Quando un malato di debunkite cronica si ritrova a corto di argomenti, entra in un profondo stato di crisi: per risollevarsi è disposto a tutto, non importa se rischia di apparire vigliacco, subdolo, e sleale. Deve assolutamente riprendersi e allora si adopera con tutti i mezzi, soprattutto quelli più meschini. Ne è esempio questo suo articolo dove riporta per intero una scambio privato di emails con il sottoscritto. Veramente un bella dimostrazione di correttezza! Questo effetto della debunkite cronica viene definito: slealtà palesata.

Ma non finisce qui. Quando vengono mostrate delle prove inconfutabili, il disinformatore entra nel panico più assoluto e l’unico sistema di cui dispone per uscire da questa situazione di stallo è quella di fuggire dalla realtà e lavorare incessantemente con la fantasia per eleborare le congetture più improbabili e inverosimili. Tali fantasiose supposizioni, pur essendo facilmente smontabili e riconducibili a un accrocchio di proposizioni senza senso, vengono ugualmente pubblicate dal disinformatore che può contare sui complimenti da parte dei suoi colleghi affetti dalla stessa patologia, riuscendo così a ritornare in una situazione di apparente normalità. Un perfetto esempio di quest’altro tipico effetto della debunkite cronica, definito congetturalità irreale, lo si ha in questo articolo.

Secondo la fantasia del soggetto, poichè nel video non ho fatto vedere bene alcuni dettagli quali la fattura, i dati del rivenditore e il timbro postale, allora c’è malafede e quindi il video deve essere tutta una montatura. Il demente, perchè anche in questo caso stiamo parlando di un demente senz’ombra di dubbio, non ha minimamente compreso lo scopo del filmato, ossia mostrare che i segni della manipolazione non erano opera del sottoscritto. La fattura, i dati del rivenditore, l’imballo di spedizione con il timbro postale, sono tutti perfettamente conservati a cura del comitato TankerEnemy. In qualsiasi momento possono essere mostrati e verificati, per cui non era necessario inserirli nel video, che tra l’altro era stato effettuato in presa diretta con una fotocamera fissa su un treppiede. Qualsiasi persona di buon senso è in grado di fare queste considerazioni, ma qui purtroppo abbiamo a che fare con dei malati gravi. Trattandosi di persone con menomazioni cerebrali, per questa volta farò un eccezione. Incominciamo a mostrare la fattura:

Inoltre e’ opportuno ricordare che avevo già messo a disposizione il filmato originale non compresso da 187MB a questo link. Il file in questione come dimostra l’immagine in basso è relativo al 14 novembre 2008 ore 20:12 corrispondente al momento dell’apertura del pacco.

Continuiamo con il mostrare l’imballo di spedizione con il dettaglio del timbro postale relativo al 12 novembre 2008:

Considerando le dimensioni generose del testo è ovvio che in tale data nella mia casella postale ho soltanto ricevuto l’avviso di recapito e non il libro. Rientrando dal lavoro in un orario successivo a quello di chiusura dell’ufficio postale avrei potuto ritirare il pacco soltanto il giorno successivo. Per la cronaca ho ritirato il pacco la sera del 14 novembre, poco prima di effettuare le riprese, ma, poichè tutto quello che affermo per i disinformatori è automaticamente falso, diamo per valido il 13 novembre. Considerando che, le due giornate lavorative del 13-14 novembre ero in ufficio, e questo posso provarlo, per manipolare il libro avrei avuto a disposizione soltanto la notte tra il 13 e 14 novembre. In una sola notte avrei dovuto: strappare due pagine dal libro dalla posizione corretta, strappare i due brandelli dalle pagine strappate, fare la scansione di questi due brandelli, attaccare le copie dei brandelli alle pagine strappate con del nastro adesivo, attaccare i brandelli nel libro in una posizione sbagliata, riattaccare le pagine strappate nella loro originaria posizione corretta, procurarmi di notte degli inchiostri, macchiare i bordi del libro con questi inchiostri, procurarmi una busta di imballo delle dimensioni appropriate ed apporvi falsi timbri e false etichette.

Avendo fornito elementi per i quali è impossibile ipotizzare una mia contraffazione, ecco che nei suoi deliri il debunker pazzoide partorisce anche un’altra congettura inverosimile secondo la quale avrei delle conoscenze all’estero che avrebbero fatto il lavoro al posto mio. La fattura mostra chiaramente che è intestata al sottoscritto (per ovvi motivi di privacy nell’immagine in alto è presente soltanto il mio nome). Crede ancora che la fattura sia falsa? Verificasse pure il numero d’ordine. E’ sospettoso sull’involucro con pellicola e carta di giornale? Telefonasse pure al recapito dell’immagine in basso relativo alla libreria canadese:

Vuole sapere per quale motivo dal 14 novembre abbiamo aspettato fino al 1 gennaio 2009 per pubblicare video e articolo? Ma cosa pensa? Che vado tutti i giorni a Sanremo? A qualcuno dei suoi colleghi avevo accennato che il 9 dicembre mi sarei recato lì, evidentemente non solo per visionare il telemetro, ma anche per affidare il testo al comitato TankerEnemy e per realizzare il video. A metà dicembre era già tutto pronto, ma abbiamo voluto aspettare fino al 1 gennaio 2009: più volte abbiamo dichiarato che è stato un modo per incominciare il nuovo anno nel migliore dei modi. Eppure lui, anche in questa nostra volontà, ha voluto vedere la congettura e la malafede. E’ pazzesco: non riescono a capacitarsi che in determinate occasioni farebbero una migliore figura a tacere e defilarsi. Invece no, perseverano nello scrivere scemenze su scemenze senza mai fermarsi. Ditemi voi se questi non sono malati. Malati sì … di debunkite cronica.

Non devi tremare … devi vibrare …
VibraVito.

venerdì 16 gennaio 2009

Pure er padrone der Vibbrione vole fà er detective!

De solito li discepoli superano li maestri... Pure in 'sta storia triste de ommini rincojoniti er detto rimane confermato, e er discepolo diventa maestro de cazzate!

Sì, pecché moh pure strekker, ar secolo Rosario Marcianò s'è messo a fà l'investigatore... de li polli! Leggete 'npò che cazzo scrive qua "Straker":

http://www.tankerenemy.com/2009/01/se-maometto-non-va-da-montanari.html#c623875371585515485

[...] Ciao Corrado, preferisco un pusillanime che tace rispetto ad uno che parla. Oltretutto, quando questo è ventriloquo di altri... (vedi il perugino axlman - vibradito - che ci legge in questi minuti).
By Blogger Straker, at 16 gennaio, 2009 20:23


Avete capito? Pè er commandante io moh sò ddiventato axlman. Vibbravito, er discepolo-maestro diceva invece che ero 'n certo maschietto. Beh commandante, che te devo dì... t'ho detto che sò maschietto e vabbé, e pure axlman è maschietto e vabbé, ma a sto punto dato che pure tu sei maschietto, se potrebbe dì che vibbradito sei tè, nun te pare?

'A Rosà, sentime a me, lascia perde ar vibbrione, già stai rovinato de tuo... pecché vvoi peggiorà la situazione?

giovedì 15 gennaio 2009

Anvedi che detective!

'A rigà! Nun so ce stiamo a rende conto... ma qua c'abbiamo 'n vero fenommeno de 'nvestigazione che manco 'a CIA e er CHEGGHEBBE' de li tempi d'oro se sognavano...

E' giusto da quarche tempo che costui se chiede ma chi è 'sto vibbradito (che ssò io)... e immancabbilmente, er mago de la rete, l'acchero più furbo da 'a terra, vibbravito c'ha pure er core de scrive 'ste fregnacce 'npubblico, sur blog de 'e cazzate der commandante:

http://www.tankerenemy.com/2009/01/uranio-impoverito-e-scie-chimiche-la.html#c5420407947751329215

Vedemo che scrive vibbravito (quello vero, no io):

[...]
Per quanto riguarda il Maschietto fatuo, ho come l'impressione che dietro a vibradito.blogspot.com si nasconda lui...


Comìnceno l'investigazioni? Beh ve dò 'na mano: de sicuro sò maschietto, anzi maschio visto che nun sò più 'n pupo da 'n pezzo, ma nun sò quello che dite voi pecchè nun me chiamo così (anche perché nun so manco de chi state a parlà).

'Ntanto me metto comodo, che co' sta storia me sto pè fa 'nartro vagone de risate.

Scomettemo ancora?

'A rigà, scomettemo de nuovo?

Pè ora nun ve dico nniente...

mercoledì 14 gennaio 2009

Scommettemo che... ho vinto?

'A rigà ho vinto la scommessa?

Quale? No, nun ne ho parlato prima pè stà sicuri, ma nun ve preoccupate, niente è perduto... però ve dico che "Michele eSSSe" ha gettato 'n indizio qua:

http://strakerenemy.blogspot.com/2009/01/cancellazioni-in-vista.html

Ovvero... voi vedè che er commannante moh va a cancellà quarcosa dar blog suo, cioè er tankerenemy?

Anfatti... Fino a ieri ce stava tra li link amici de tankerenemy nientepopò de meno che Er dipartimento de matematica e informatica dell'Università de Perugia... mentre se annate a vedere moh, nun ce stà più... eheh... 'Aò, l'ha cancellato! E 'ndovina pecché? Pecché quelli del dipartimento de informatica e matematica de Perugia nun c'hanno nniente a che vedé co' quei fraciconi de tankerenemy, che avevano messo er link giusto pè fasse vedé che ssò fighi! Ma quelli del dipartimento l'ho avvisati io e me sa che nun se la sò presa tanto bbene cor commandante...

Nun ce credete? E allora annate a guardà quà: c'ho messo pure er siggillo!

http://www.freezepage.com/1231862563PHNUGQFIBK

P.S. Questa è 'a freezzerata de oggi, giusto per suggellà pure 'a data der cambiamento

http://www.freezepage.com/1231928219MUCICOZHKR

lunedì 12 gennaio 2009

Le indagini sul libro contraffatto

Versione originale: http://vibravito.altervista.org/2009/01/le-indagini-sul-libro-contraffatto/

Nel presente post dettaglierò quelle che sono state le mie ricerche in merito al libro Clouds of the World palesemente contraffatto come si vede chiaramente in un video presente nel precedente articolo del 1 gennaio. Come molti intuiranno tutto ebbe inizio il 19 settembre 2008 quando vidi Simone Angioni del C.I.CA.P. mostrare con orgoglio questa enciclopedia sulle nuvole con un intero capitolo dedicato alle scie di condensa, molte delle quali di tipo persitente. In primo luogo approfittai immediatamente del dopo conferenza per immortalare le parti del libro di mio interesse. In particolare fotografai la copertina, la pagina con le note di stampa e i codici ISBN, l’indice e tutte le pagine del capitolo deniminato “Condensation Trails”. Nel fare queste foto non ebbi modo di regolare adeguatamente con calma la mia fotocamera per disattivare il flash poichè Angioni aveva una certa fretta di rientrare. Difatti, le foto risultanti non furono il massimo come resa poichè inficiate dalla luce del flash riflesso dal tipo di carta lucida che caratterizza il testo.

Successivamente sul blog di Simone Angioni, accennando al fatto se ci sarebbero state altre occasioni per visionare il libro, la sua risposta fu: …Vuoi leggere cosa c’è scritto nel libro del 1972? Compratelo… (commento del 2 ottobre 2008 alle 3:02). A 3 mesi di distanza mi sento di ringraziarlo per questo sua indisponibilità che mi ha permesso di fare molte scoperte interessanti.
Già le prime indagini su internet incominciavano a farmi venire i primi vermicelli in testa. Iniziai con il recuperare le prime info utilizzando i tre codici ISBN estrapolati dalle mie foto:
1) ISBN 0-8117-1961-8 relativo al titolo edito dalla Stackpole Books (presunta versione originale americana);
2) ISBN 0-7153-5485-X relativo al titolo edito dalla David & Charles. (versione britannica);
3) ISBN 0-85091-116-8 relativo al titolo edito dalla Lothian Publishing Co. (versione australiana);

Proseguii la ricerca focalizzandomi sugli editori ma non trovai nessuna info utile: l’editore australiano non esiste più; il modulo di ricerca del sito dell’editore americano non restituisce nulla immettendo come chiavi di ricerca uno qualsiasi dei dati del libro; stesso comportamento da parte del modulo di ricerca dell’editore inglese, nonostante quest’ultimo sia in grado di ricercare anche testi antecedenti al 1972, come dimostra questo link.
Non rimaneva altra strada che tentare di procurarsi una copia usata. Utilizzando sempre i codici ISBN nelle ricerche, a ottobre sul sito Amazon riscontrai:

ISBN americano ISBN britannico ISBN australiano
Titolo Clouds of the World: A
Complete Color Encyclopedia
(The Island series)
Clouds of the World: A
Complete Colour Encyclopedia
Clouds of the world: A
complete colour encyclopedia
Pagine 236 176 176
Data Novembre 1972 Agosto 1972 1972
Copie 17 0 0

Della versione britannica e australiana nessuna copia era disponibile (nel momento in cui scrivo invece ne risulta acquistabile una britannica), mentre della versione americana c’era l’imbarazzo della scelta: ben 17 copie con prezzi molto distanti (dai 6 ai 70 dollari). Ma, ad attirare la mia attenzione furono le incongruenze dei dati tra la versione americana apparentemente originale con le altre due:
- titolo differente, non riuscivo a spiegarmi l’aggiunta di (The Island series), cosa c’entrano le isole (islands) con le nuvole (clouds)?
- numero di pagine differente;
- data di pubblicazione della presunta versione originale americana stranamente successiva a quella della versione britannica, al limite mi sarei aspettato il contrario.

Nonostante queste incertezze, agli inizi di ottobre procedo ugualmente con l’ordine optando per la copia dal prezzo più basso. Dopo un paio di settimane, quando mi arrivò la spedizione, notai subito dalle dimensioni troppo piccole del pacco che non poteva trattarsi di Clouds of the World. All’inizio pensai subito ad un errore, invece, dopo l’apertura dell’imballo, verificai che il codice ISBN del libro pervenutomi intitolato The Falkland Islands era identico a quello dell’apparente versione americana di Clouds of the World. Ricordiamo che il codice ISBN, International Standard Book Number, secondo le norme è un codice usato per identificare a livello internazionale in modo univoco e duraturo un titolo o un’edizione di un titolo di un determinato editore. Perciò è impossibile avere due libri differenti con lo stesso codice ISBN.
In base a questa scoperta riuscii anche a spiegarmi le incongruenze descritte prima: il testo The Falkland Islands appartiene a una vecchia collana di libri dedicati alle isole (da qui l’aggiunta The Island series) e il numero di pagine corrisponde alle 236 come appare su Amazon. Per cui, se si considera che gli utenti Amazon hanno la possibilità su ogni titolo catalogato di proporre correzioni e aggiornamenti sulle voci descrittive, si spiega questa “miscela di dati” presi in parte da Clouds of the World e in parte da The Falkland Islands.

Già quanto scoperto fino a quel punto era sufficiente per dimostrare l’origine dubbia del libro dei disinformatori. Ma avevo la sensazione che, indagando ulteriormente, sarebbero venute a galla altre magagne. Mi rimisi alla caccia del fatidico volume. Questa volta, facendo attenzione a non ritrovarmi un’altra copia di The Falkland Islands, mi orientai su una fascia di prezzo più alta e su un sito specializzato nella ricerca di libri usati e rari: biblio. All’interno di quest’ultimo riuscii ad individuare un annuncio che, anche se non mi dava la certezza assoluta, sembrava fare al caso mio poichè descriveva un libro di grande formato pieno di illustrazioni. Decisi quindi di inoltrare l’ordine e il 14 novembre 2008 arrivò la spedizione.
In questa occasione, già osservando le corrette dimensioni del pacco ero quasi sicuro di disporre finalmente del fatidico testo. Ipotizzando la possibilità che anche la copia che mi apprestavo a visionare potesse essere stata oggetto di particolari attenzioni da parte dei falsari, decisi di immortalare la sequenza in cui aprivo l’imballo di spedizione. Questa intuizione si rivelò particolarmente azzeccata: nel video in basso si vedono chiaramente le macchie colorate sul bordo inferiore del volume, i brandelli e le sezioni incollate con il nastro adesivo. Nessuno può accusarmi di essere stato io l’autore degli evidenti segni di manipolazione. La versione originale del filmato (non compressa da YouTube) è disponibile anche a questo link per chiunque voglia fare verifiche. Purtroppo sono ben 187MB per un minuto e 44 secondi poichè la mia fotocamera (Canon PowerShot A700) non effettua compressione video.

La mia perseveranza è stata indubbiamente premiata da quello che viene denominato fattore C. Ho avuto la fortuna di recuperare una copia maldestramente contraffatta: non è servita nessuna indagine accurata per comprovare la manipolazione del libro. Le pagine false incollate dapprima in una posizione sbagliata e poi strappate e reincollate nella posizione corretta, dimostrano senza alcun dubbio che Clouds of the World, e in particolare le pagine relative al capitolo “Condensation Trails” sono delle aggiunte create dai falsari per farci credere che anche nel 1972 fossero comuni le scie di tipo persistente.
Alcuni piccoli dubbi possono riguardare il presappochismo con il quale hanno falsificato la mia copia. Ma anche qui ci sono le logiche risposte. Ho avuto la fortuna di ricevere una delle probabili copie, se non l’unica, maldestramente contraffatta. Invece le altre copie, come quella di Angioni, si presentano in un ottimo stato. Inoltre, poichè i falsari hanno contraffatto tutti gli esemplari disponibili del titolo non si sono fatti particolari problemi a reintrodurre in circolazione una copia falsificata male, magari questa immissione può essere stata fatta anche inavvertitamente. Ma, a questo punto, qualcuno potrebbe esporre le conseguenti domande: Come hanno fatto a rastrellare tutte le copie del libro? Finchè si tratta delle copie all’interno di librerie e biblioteche non è un’operazione difficile, ma tutte quelle copie eventualmente in mano a privati? Non corrono il rischio che spunti fuori qualche copia di un privato non contraffatta?. Anche a questi logici interrogativi c’è la risposta. Proviamo ad ipotizzare le modalità con le quali presumibilmente si sono mossi i falsari.

In base a quanto scoperto, l’idea che mi sono fatto è questa: coloro che si sono adoperati nell’opera di falsificazione hanno pensato bene di rastrellare tutti i volumi che riuscivano a recuperare del libro Clouds of the World. Durante la contraffazione non hanno modificato soltanto i contenuti del capitolo “Condensation trails”, ma anche la pagina contenente i codici ISBN. Le prime versioni falsificate contenevano soltanto un codice ISBN relativo alla presunta versione americana originale della Stackpole Books, come si può vedere nella copia in mio possesso. A un certo punto si saranno accorti dell’errore nell’aver assegnato un codice ISBN non idoneo poichè, come abbiamo visto, è uguale a quello del libro The Falkland Islands. Per rimediare nelle nuove versioni falsificate hanno aggiunto anche il codice ISBN britannico e australiano, vedasi la copia di Angioni simile a quella di questo video. Ad avallare questa ipotesi possiamo notare che i due libri presentano un identico editore sia per la versione americana (Stackpole Books) che per quella britannica (David & Charles). Inoltre è interessante notare la piccola differenza nei due codici ISBN della versione britannica: a parte l’ultimo carattere che è un codice di controllo che varia al variare delle altre cifre del codice, l’unica differenza è un 4 al posto di un 5 relativo alla quart’ultima cifra. La “quasi uguaglianza” tra i due codici britannici sembra come voler giustificare l’uguaglianza vera e propria tra i due codici americani e dare l’idea di un errore plausibile.

Clouds of the World The Falkland Islands
Editore americano
Codice ISBN americano
Stackpole Books
0-8117-1961-8
Stackpole Books
0-8117-1961-8
Editore britannico
Codice ISBN britannico
David & Charles
0-7153-5485-X
David & Charles
0-7153-5585-6
Editore australiano
Codice ISBN australiano
Lothian Publishing
0-85091-116-8

In queste attività manipolatorie non è da escludere la complicità dell’editore Stackpole Books che sembra essere molto vicino agli ambienti militari, lo dimostra il nutrito numero di titoli del suo catalogo dedicati a tematiche di guerra. E molto probabilmente anche l’autore Richard Scorer, adesso novantenne, ha qualche implicazione nella faccenda, infatti un altro libro del 1963 presentato dai disinformatori porta la sua firma (anche per quest’ultimo sono state evidenziate prove di contraffazione come descritto in questo articolo). Queste particolari collaborazioni giustificano solo in piccola parte la strana spregiudicatezza dei falsari che li ha portati a commettere alcuni piccoli errori. Infatti, poichè i codici ISBN del libro “Clouds of the World” del 1972 non sono reali, significa che, per trovare oggi una versione di tale volume non manipolata non sarà affatto utile ricercarla con questi codici. Esistono quindi delle copie originali e non contraffatte del libro che sicuramente non presentano i tre codici ISBN visti fino adesso. Questa impossibilità nel ritrovare versioni originali da poter confrontare per dimostrare l’opera di falsificazione fa comprendere il presappochismo dell’operato dei falsari.

A questo punto è importante cercare di individuare la corretta collocazione del libro con i corretti codici ISBN. Molto probabilmente Clouds of the World è un testo del gennaio 1984 corrispondente a quanto si legge su questa scheda di Amazon. Stesso titolo e stesso autore e ovviamente nessuna copia acquistabile, neanche usata. Semmai se ne dovesse rendere disponibile una in futuro, sarà immediatamente acquistata dai falsari per essere manipolata e poi reinserita in circolazione. A conferma di queste mie supposizioni è utile vedere i risultati di ricerca attraverso il sito isbndb. Quest’ultimo, a differenza di altri siti come Amazon e BookFinder, non si occupa di vendita, ma è un progetto di catalogazione che offre un’importante informazione aggiuntiva ai nosri scopi. Nelle schede di ricerca di questo sito, in fondo alle pagine si trova un elenco, contrassegnato dalla dicitura Libraries this book has an entry in, nel quale si trovano tutte le segnalazioni delle librerie, in particolare biblioteche universitarie, che hanno introdotto nel proprio archivio una copia del testo relativo alla scheda.

Mentre scrivo questo articolo ho provveduto a salvare mediante il servizio gratuito freezepage, lo stato attuale delle pagine web relative alle quattro schede del libro “Clouds of the World”, le prime tre riguardano le versioni del 1972 e l’ultima la versione del 1984.

ISBN 0-8117-1961-8 Clouds of the World del 1972 versione americana
Link isbndb - Link freezepage salvato il 12 gennaio 2009
ISBN 0-7153-5485-X Clouds of the World del 1972 versione britannica
Link isbndb - Link freezepage salvato il 12 gennaio 2009
ISBN 0-85091-116-8 Clouds of the World del 1972 versione australiana
Link isbndb - Link freezepage salvato il 12 gennaio 2009

ISBN 0-7153-8442-2 Clouds of the World del 1984
Link isbndb - Link freezepage salvato il 12 gennaio 2009

Si può notare che, in tutte le tre versioni del 1972, diverse librerie hanno segnalato l’acquisizione del titolo nel loro archivio. Invece, della versione del 1984 non si ha nessuna segnalazione. Molto strano se si considera che un libro più recente dovrebbe essere anche più facilmente reperibile, ma nel nostro caso neanche una segnalazione. Evidentemente tutti i nuovi inserimenti relativi alle versioni del 1972 non sono altro che versioni contraffatte dell’originale del 1984.

Buone vibrazioni a tutti.
VibraVito.

P.S.: ho affidato la mia copia del libro a disposizione del comitato TankerEnemy.

martedì 6 gennaio 2009

Invito a STREKKER

'A Rosà! Comme vedi dar sondaggio su 'sta paggina, te stamo gentilmente a 'nvità a denunciacce, tanto che dici che semo mentitori e disinformatori.

Quinni, te stamo a dì, và, và da li carabbinieri, pe' favore, volemo 'na prova scritta che c'hai li cojoni de sostenè 'e tue stronzate nanzi a quarche autorità che possa punì pè llegge li disinformatori veri.

Ce vai? Facce sapè!

domenica 4 gennaio 2009

Risposta ad AcarSterminator

Versione originale: http://vibravito.altervista.org/2009/01/risposta-ad-acarsterminator/

Purtroppo mi vedo costretto a perdere del tempo prezioso con un personaggio che persevera nella menzogna e nella falsificazine dei fatti. Se ritenete le beghe personali poco proficue per il conseguimento del fine principale indirizzato ad indagare e approfondire in tutti i suoi aspetti la questione scie chimiche, allora il mio consiglio è quello di non proseguire la lettura del post odierno. Altrimenti, prima di continuare, per comprendere a chi farò riferimento in questo articolo, è necessario visionare:
1) un mio precedente post del 28 dicembre e soprattutto il video in esso contenuto:
2) la risposta del diretto interessato ripreso nel video che per l’occasione si è perfino aperto un blog, evidentemente sente il fiato sul collo dopo essere stato sgamato:
http://acarsterminator.blogspot.com/2009/01/risposta-al-vibrante-testimone-di.html

Nelle seguenti righe scriverò come se stessi rivolgendomi direttamente ad AcarSterminator.

CONFERENZA DI VERONA

Nella tua risposta hai scritto soltanto manfrine e piagnistei coinvolgendo persone che non c’entrano niente e soprattutto senza provare nulla. La differenza fondamentale è che Federico Pistono si è presentato di persona ed è anche intervenuto attivamente, invece tu eri inerte e passivo con intenzioni alquanto losche. Hai affermato che lo avremmo messo a tacere in più occasioni, come al solito spargi zizzannia senza neanche sapere che alla cena del dopo-conferenza eravamo seduti allo stesso tavolo io, Straker e Pistono, abbiamo continuato a discutere animatamente poichè di opinioni differenti e Pistono ha potuto esprimere liberamente il suo pensiero, per non dire che è stato il mattatore della conversazione durante la cena. Se durante il dibattito è stato interrotto dalle persone presenti in sala, questo si è verificato perchè continuava a fare domande sul riscaldamente globale che era fuori tema.

Nell’allungare il brodo con le tue valutazioni personali ti sei pure contraddetto. Hai scritto: “Ma ti pare che mi vada a sedere a un paio di metri da te, e mi faccia vedere a maneggiare col registratorino? … Magari bastava farlo notare a uno degli organizzatori, il quale, se riteneva non si potesse registrare di nascosto, glielo avrebbe fatto notare ed eventualmente, per tutelarsi come dici tu, avrebbe chiesto il nome … Inoltre non c’era nessun avviso e nessuno ha detto nulla a proposito di divieti o permessi di registrazione e divulgazione…”
Proprio perchè non c’erano divieti di registrazione (l’unico divieto era relativo alle sole riprese video fatte a Sandro Pascucci mentre parlava del Signoraggio) nel momento che ti ho visto col registratorino non potevo certo segnalarlo agli organizzatori, per cui, come ho anche scritto nel video, per tutelarsi a futura memoria ho invitato la mia amica a riprenderti alle spalle. Stai pure tranquillo che non ha perso tutto il suo tempo a inquadrarti (anche perchè non sei certo un adone) poichè erano sufficenti un paio di riprese significative ai nostri scopi.

Tieni presente che ho deciso di pubblicare il video con la tua particolare faccia sospetta non perchè hai pubblicato la registrazione senza nessuna autorizzazione. Il problema risiede tutto in quello che hai scritto nella tua pessima recensione prendendo in giro e mancando di rispetto nei confronti delle persone che erano presenti in sala. Come si dice in questi casi: “CHI LA FA… L’ASPETTI!”.
Purtroppo questa volta ti è andata male poichè non immaginavi minimamente che qualcuno ti aveva immortalato per benino. Ricordati che tutto è nato a causa del TUO comportamento.

A proposito dei tentativi ridicoli per discolparti non posso far altro che constatare quanto sei patetico. Stai coinvolgendo un presunto testimone virtuale per dimostrare che la persona ripresa non sei tu. Ma credi veramente che un nickname internet possa avere una credibilità? Per non parlare di quel file audio di 7 secondi nel quale, a parte la pessima qualità che dimostra la lontananza della voce, non c’è nessun dialogo tra due persone. Potresti tranquillamente aver registrato la voce di una persona che si apprestava ad andar via poco prima del termine della conferenza.

Volevo farti notare che la conferenza di Verona era stata pubblicizzata sul blog tankerenemy, da cui si deduce che le persone presenti erano lì in quanto lettori del suddetto sito. Sempre sul sito di Straker è stato linkato nei commenti il mio articolo con il relativo video e diversi sono stati gli interventi che commentavano la tua fisionomia. Appare quindi strano che, dopo una settimana dalla pubblicazione, quella che a tuo dire sarebbe una persona incolpevole, ancora non si sia fatta viva con il sottoscritto per le dovute rimostranze. Magari in questo periodo potrebbe essere in vacanza e non consultare internet. Ma anche se così fosse, e se in futuro dovessi ricevere lamentele da parte di una persona con nome e cognome documentati, sarà mia premurà recarmi personalmente presso l’abitazione dell’incolpevole tirato in ballo, in maniera tale da poter cogliere non due, ma tre piccioni con una fava: 1) avere la possibilità di verificare l’effettiva identità della persona; 2) scusarmi; 3) acquisire una conoscenza in più tra gli interessati alla questione scie chimiche.

Ma l’aspetto più curioso del tuo comportamento e tutto questo affaccendarsi per dimostrare che quella faccia non è la tua, aprendo addirittura un blog ex-novo. Se la faccia del video non è quella di AcarSterminator che problemi ti stai facendo? L’unica danno che stai subendo è quello di vedere accostato il tuo nickname ad una faccia diversa dalla tua. Eppure dovresti essere contento di questa tua somiglianza con il tuo gran capo Attivissimo. Non ti piace la faccia del video? Vorresti vedere associato il tuo nickname con un volto come quello di Brad Pitt? Puoi sempre cambiare avatar e mettere la foto di un attore.
Ma anche se identifichi il tuo nickname con un’identità precisa con nome, cognome e foto non potrai riuscire a dimostrare che il tizio del video non sei tu. Potresti benissimo sacrificare un tuo compagno di merende, a patto di riuscire a trovare qualcuno disponibile, che comprometta la sua identità e dichiari di essere lui AcarSterminator. Certo sarebbe un bel test per verificare la coesione e l’aiuto reciproco all’interno della comunità debunkeriana italiana, non credi?
L’unica tua possibilità è che l’individuo del video si faccia vivo con il sottoscritto. Una persona con la coscienza a posto non avrebbe nessun timore a contattarmi e conoscermi per chiarire cosa stava facendo con il registratorino. Del resto anch’io non avrei nessun problema a fornire i miei dati personali come ho già fatto in occasione della conferenza di Novi Ligure. Eppure, anche in quest’ultimo caso potresti essere tu stesso a contattarmi spacciandoti per una persona diversa da AcarSterminator, una specie di Dr.Jekyll e Mr.Hyde. In mia presenza ti comporteresti come una persona corretta e cordiale che si interessa di scie chimiche documentandosi con un registatorino con l’unico scopo di approfondire(Dr.Jekyll), in mia assenza ritorneresti ad essere l’infausto AcarSterminator che si diverte a denigrare gli sciachimisti (Mr.Hide). Come vedi è tutto nelle tue mani. Che ci vuoi fare? Sei stato tu a metterti in questa situazione. E non parlarmi di prepotenza da parte mia. Sei stato tu il primo a a mancare di rispetto, per cui: BEN TI STA.

FALSA LAUREA DI STRAKER

Quelle che per te sono le prove che Straker è stato beccato più volte a falsificare la laurea sono dei semplici file html che è in grado di editare anche il più scarso dei web-designer. I tuoi colleghi debunkers quando vogliono dimostrare cosa appariva in un sito in una determinata data utilizzano sempre il servizio gratuito freezepage. Cosa che recentemente ha fatto anche il tuo compagno axlman dopo che vi siete intrufolati sul sito lavorativo di Straker per inserire il file jpg della finta laurea. Ma anche ammettendo che all’epoca non conoscessi tale servizio, avresti sempre potuto fare una ripresa video in presa diretta dove prima inquadravi il monitor del pc mentre ti collegavi al sito dove si vedeva la finta laurea, e subito dopo inquadravi lo schermo del tuo televisore che mostrava la data di quel giorno attraverso il servizio del televideo RAI. Con quei quattro file html non dimostri assolutamente nulla, eppure accusi Straker di aver creato una falsa laurea per inserirla nel suo CV e di averla successivamente eliminata nel momento in cui voi debunkers avete scoperto che non era laureato. C’è soltanto la tua parola contro quella di Straker. La parola di un nickname virtuale dall’identità sconosciuta contro la parola di una persona di cui si conosce faccia, nome e cognome.
Attaccarsi a un curriculum che viene modificato nel tempo dimostra di come voi disinformatori non abbiate altri argomentazioni migliori che non gli attacchi ad personam. Sappiamo benissimo che tra le vostre fila ci sono degli abili crackers in grado di entrare nel server che ospitano il sito lavorativo di Straker. Siete riusciti a farmi lo scherzetto al mio precedente blog su server Google, figuriamoci su normali server di hosting.

Altro aspetto curioso, siete sempre pronti a gridare al falso. Eppure, sulla vicendo del libro contraffatto state glissando. Stranamente nessuno di voi, tra quelli che hanno un blog, che se ne è uscito con le tipiche insinuazioni: “Probabilmente a strappare e poi incollare le pagine e a macchiare il libro sono stati Straker e VibraVito”. Che strano, questa volta ci avete graziato. Cos’è successo? Col nuovo anno siete diventati più scrupolosi? Non credo proprio. La verità, come anche dimostra tutta la vicenda del telemetro, è che siete in grado anche di ascoltare le nostre conversazioni telefoniche, e quindi sapete molto bene che sulla mia copia del libro “Clouds of the World” sono in grado di dimostrare che l’evidente contraffazione non è stata operata dal sottoscritto ed è appunto quello che farò nel mio prossimo articolo.

Un saluto e incoraggiamento.
VibraVito.

sabato 3 gennaio 2009

Vibbrasvito se sta a svità sempre de ppiù

'A vibbriuccio bbello de zzio! Fatte 'na cura! Anvedi te che devo legge.. uno fa pé apritte j'occhi e tu che fa? Invece de ringrazziallo a ESSSE che je dici? 'Nartra serie de cazzate!

Pe ll'artri, riassumo un po': vibbrione dice ch 'a farsa laurea de strekker se l'e 'nventata acarsterminator, però Axlman je dimostra che 'a farsa laurea ce sta proprio sur sito de strekker. E quello che fa? Dice che er file je l'hanno messo artri sur server a strekker!

'Abbello, fatte dà 'nconsiglio:

comprate 'n rasoio de Occam e tajati 'a ggiuggulare!

Er vibbrione ce è: semo tutti daccordo

'A vibbra! 'A vibbrione! Nun me posso allontanà n'attimo che fai n'artra figura de merda... Me come devo fà co' tte, vibbriuccio de papà!

Pure er sondaggio 'o disce... Ce sei! Nun è che fai finta: sei proprio 'n coyote... te faccio notà che manco uno ha pensato che ce fai... anvedi te...!

Anvedi che me combini... hai scritto che 'a farsa laurea de strekker se l'è 'nventata acarsterminator... ma te rendi conto? Stai a dà raggione a quell'artro sterker de strekker, che è 'nbusciardo patologgico! Er commannante t'ha ddetto che 'a farsa laurea nun l'ha messa e tu ce credi! 'abbello! 'A bboccalone!

Tengo a precisà che er merito de sta spalmata demmerda sur vibbrione è de Axlman... eccola qua: Axlman ha frezzerato 'a paggina d'a a farsa laurea de Strekker direttamente dar sito de strekker:

http://www.freezepage.com/1230546698QZYDCUURGK

Ma dico io, pure ne 'e feste devi fà figure de merda? Nun fai meglio a statte zzitto?

giovedì 1 gennaio 2009

Cicap Novi Ligure - Parte 7: La riscrittura orwelliana della scienza

Versione originale: http://vibravito.altervista.org/2009/01/cicap-novi-ligure-parte-7-la-riscrittura-orwelliana-della-scienza/

Una delle affermazioni ripetute continuamente dai negazionisti del fenomeno delle scie chimiche è la seguente: le scie di condensa degli aerei di tipo persistente sono sempre esistite, fin dai tempi pioneristici dell’aviazione. Per avvalorare questa loro stramba e falsa tesi, essi si riferiscono spesso a materiale disponibile sul sito contrailscience che, grazie alla nomea conquistatosi, è stato soprannominato la Bibbia dei disinformatori.

Compiendo delle ricerche all’interno del canale video YouTube, si possono trovare dei filmati che mostrano alcune copie di libri specialistici pubblicati prima degli anni 90 del XX secolo. Questi testi, a volte, contengono fotografie di scie persistenti, invece altre volte descrivono le presunte condizioni meteorologiche che consentirebbero a tali scie di formarsi e talora di perdurare nel cielo. Considerando che i primi avvistamenti sicuri di scie tossiche sono stati segnalati in Canada nella prima metà degli anni 90, i negazionisti hanno pensato bene di presentare, a sostegno della loro versione, monografie risalenti ad un periodo insospettabile.

I filmati proposti su You-Tube dall’utente Epoxynous spesso portano la firma del già citato sito contrailscience, dal medesimo utente gestito. Ne è un esempio lampante il seguente video che mostra in particolare un testo corredato di molte immagini fotografiche intitolato Clouds of the world edito nel 1972:

Sempre a proposito di tale saggio, è stato inserito anche un altro filmato, nel quale è possibile visionare il codice ISBN principale, corrispondente all’edizione statunitense originale del libro, insieme con i due codici ISBN secondari, uno relativo all’edizione britannica e l’altro a quella australiana.

Alla conferenza di Novi Lugure del 19 settembre 2008, il C.I.C.A.P. ha usato le immagini di Clouds of the world, ma non solo all’interno di una presentazione power-point. Infatti, per l’occasione, Simone Angioni, coordinatore del C.I.C.A.P. Lombardia, era riuscito a procurarsi una copia proveniente addirittura dalla Nuova Zelanda (si trattava quindi dell’edizione australiana). Ovviamente Angioni, nel corso del dibattito, non ha potuto esimersi dal mostrare con orgoglio la pubblicazione. Anche Claudio Casonato si è adoperato, esibendo da vicino questa inconfutabile prova alle persone presenti in sala. Nel video curato da Paolo Attivissimo e relativo al dibattito, si vede chiaramente questa situazione dal minuto 35:48 in poi.

In seguito ad alcune ricerche sui siti di editoria, sono riuscito ad entrare in possesso anch’io di questo importantissimo ed emblematico libro. Nel mio caso, sembra trattarsi di una delle copie delle prime tirature: infatti sul volume è presente soltanto il codice ISBN principale relativo all’editore statunitense. All’apertura del pacco contenente la pubblicazione, le sorprese non sono mancate, come si vede dalle immagini:

Non so voi, ma io ho la netta impressione che stiamo assistendo ad una riscrittura orwelliana della scienza

Non devi tremare … devi vibrare …
VibraVito.

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